sabato 6 dicembre 2014

cambiamenti


Fotografo della mia casa
memoria per tratti, che porti
a richiamo dell'amo del tempo
collocato a caso e a ritroso.
Di qui, vorrei ricordare
che ho pianto assai meno che altrove.
Nonostante il rumore di clacson che sale
e la tua viandanza all'amore
ho avuto chiara la traccia, felice il partire
a cercarsi diversi.
Scrigno aperto, affacciato alla piazza
e ornato di colori e di fiori
è stata, qui, la mia strada del libero arbitrio.

Libertà è il bene prezioso cercato
con l'ostinazione di chi ne conosce il profumo
ogni volta che allenta la morsa.

Ogni volta a morsa allentata si sparge
un chiarore di altra presenza,
e le cellule sanno già tutto per averlo sempre saputo.
avere altri occhi,
terra buona per i miei semi
venuti alla luce, concimati con cura.

Libertà di levarsi gli scudi
e le mutande con grazia,
lasciare la luce accesa e la porta aperta,
di far entrare tutti, buoni o tossici,
guardarli con attenzione
e poi ascoltare le cellule, che l'hanno sempre saputo.

Gramsci

Quando discuti con un avversario, prova a metterti nei suoi panni.
Lo comprenderai meglio e forse finirai con l'accorgerti che ha un po', o molto, di ragione. Ho seguito per qualche tempo questo consiglio dei saggi.
Ma i panni dei miei avversari erano così sudici che ho concluso: è meglio essere ingiusto qualche volta che provare di nuovo questo schifo che fa svenire.

Antonio Gramsci

Integrità di sogni

I sogni e la memoria sono fatti che non vanno perduti
sdrucciolando in questo lunapark alla rovescia.
sognare sembra un premio e invece è l'unica fatica
da percorrere sicuri.


Ti pare che non ci sia tempo per restare integri in qualcosa, invece la radice non si perde mai, casomai il tempo, casomai le occasioni, non sono certo i sogni che vanno perduti, a meno di lasciarli per un domani di fatiche e basta. Non ci credo che non ci siano strade diverse da questa fatica di perdere il proprio centro. Non ci credo che si possa solo faticare e faticare, senza lasciarsi spazio che non sia di sfogo sulla vita di merda che ti costruisci. Se ci credessi non avrebbero senso la lettura, la letteratura, l'arte. Non avrebbe senso darsi una dimensione in questo panorama, non avrebbe senso alzarsi la mattina e correre, e correre.  

che piova

quello
di cui manco, che se fossi
piena anziché muta
sarei quel che ero ancora e ancora.

Sarà.
Una novella del buon umore,
l'assenza.

quello di cui manco
per dispetto,
irriverente, indifferente.

Allora non resta
che fare una torta di briciole
di quello che non torna.

Non c'è torto o ragione,
ma il radiatore è bucato e viaggi
senza mettere acqua, aspetti che piova.

venerdì 21 novembre 2014

Verità e riconciliazione

Pensavo di vedere anche la riconciliazione oltre la verità nello spettacolo Ubu and the Truth Commission, invece il livello di pesantezza è stato tale da far perdere forza alla messa in scena, e alle molte cose belle che conteneva. Dall'orrore non c'è scampo se la riconciliazione non emerge, sono solo vagoni di sangue, ossa rotte, botte, esplosioni, omicidi e torture. L'idea della riconciliazione è una prova di grandissimo coraggio: tutta la comunità è ferita a morte, deve poter curare quelle ferite a costo di riaprirle, per pulirne l'infezione. E lo deve fare collettivamente, altrimenti la vita non riserva più altro che una catena di dolore personale dal quale nessuno potrà partire per una trasformazione, rimane solo la possibilità dell'oblio, che non scalfisce nemmeno un po' questo pozzo di orrore. Certo non è mica tarallucci e vino, ma ha molto più senso che aspettare che passi 'a nuttata, come in tanti hanno fatto qui dopo la caduta del regime fascista, a fare finta che non fosse successo nulla oppure si, è successo, però ovvia ormai è passato, andiamo oltre, senza ripensarsi collettivamente: e ne vediamo bene gli effetti, settant'anni dopo.
Il sedimento non muta la sua natura, l'humus è avvelenato, i morti sono invano, non hanno ri-conoscenza, s'ammucchiano senza identità come nelle dittature sudamericane, come in tutto il mondo. L'apartheid torna facilmente, si sposta più a nord, si allarga a macchia d'olio; si paga solo a volte, e chi paga a volte non si ripensa affatto, che è quasi come non aver pagato nulla.

Sul lavoro del tribunale per la verità e la riconciliazione:
http://www.presentepassato.it/Dossier/Diritti_98/14commissione_verita.htm


martedì 11 marzo 2014

TrediciMarzo

"[...] Segnatelo in cima alla vostra prima pagina:
Non odio la gente
Né ho mai abusato di alcuno
ma se divento affamato
La carne dell’usurpatore diverrà il mio cibo.
Prestate attenzione!
Prestate attenzione!
Alla mia collera
Ed alla mia fame!"
(Mahmoud Darwish)

Guardare la strada dalla via parallela è lo sguardo del poeta, mentre cuocio riso basmati per la tirocinante e ignoro le scadenze. Cosa avranno da scadere le scadenze? non prendono mai la parallela? 

La poesia ha il potere di non scadere, una strada che diventa anche un pezzo della mia, senza georeferenziazione. Libera dai luoghi, dagli anni, dalla pelle e dal genere. Una cosa libera in questa valle di vincoli. La poesia non è stare sull'albero a cantare, no. 

Tu non sai:
ci sono betulle che di notte
levano le loro radici,
e tu non crederesti mai
che di notte gli alberi
camminano o diventano sogni.
Pensa che in un albero c'è un
violino d'amore.
Pensa che un albero canta e ride.
Pensa che un albero sta
in un crepaccio e poi diventa vita.
Te l'ho già detto: i poeti non si redimono,
vanno lasciati volare tra gli alberi
come usignoli pronti a morire.
(Alda Merini)

Anche i poeti di notte camminano o diventano sogni. 
Buon compleanno, Darwish!

sabato 1 marzo 2014

E' ufficiale, Francesca Bertini è morta

E' ufficiale, Francesca Bertini è morta. Non si attacca più alle tende neppure se la provocano. Perciò dev'esser morta per forza.
Peraltro non l'aveva strozzata la balia, segno che le tende non hanno mai ceduto né in avanti, né indietro. E tutto questo fritto misto in realtà è solo la pastella, senza ripieno. Ma ci sarà poi, questo ripieno? O era la pastella a presentarsi per tutti e due?

Chi lo sa. La morta non se ne cura, è smemorata.

Perciò ora posso liberarmi della sua generazione, che mi ottura la casa con i suoi orpelli. Ognuno una storia che non dimentico nemmeno se li butto, perciò possono andarsene il carrellodeminonna/il mobilino deminonno/le collezioni farlocche delpapi. Quella teoria di tovaglie buone da tramandare ai posteri altri cinquant'anni. Pochi soprammobili atroci di mia nonna, ultime vestigia di quella saga del kitsch che era la sua casa. Andate liberi e leggeri, disincagliatemi la chiglia. Andate, voi e gli anni Quaranta dei quali mi libero, voglio stare nel presente e nel futuro,  non nel passato appresso a questa paccottiglia.

Poi c'è tutto quello che ho tenuto per ricordare momenti che ho dimenticato. Biglietti di treni per destinazioni memorabili, però di tutti i i viaggi che ricordo non ho tenuto alcun biglietto; foto di persone di cui non mi torna in mente neanche il nome. Una totale sconfitta della memoria, oblio-memoria 4 a 0.

Poi ci sono le carte. Quintali di carte, di tutti i generi, a volte perfino con le buste spillate dietro come all'ufficioprotocollo/archeologiaamministrativa, carte su carte, ma quanto si tengono queste cazzo di carte? dieci anni? Quando ti ricapitano in mano, scopri sempre una falla inquietante nella tua economia, dalla cartella di disequitalia abbandonata sotto una pila di altro, in ordine sparso, a qualche prova di tue spese dementi, delle quali però alla fine riesci sempre a trovare un senso, dall'inseguimento di sogni alla consolazione parziale di una perdita.  Perciò alla differenziata le bollette pagate nel 2005 piaceranno più che ai miei raccogli-burocrazia.

Poi ci sono i ninnoli, la bigiotteria, le scarpe, tutti gli altri accumuli favoriti, tutto quello che ho ammucchiato perché era un peccato buttarlo o perché la forma o il colore mi mettevano di buon umore.

Un passo alla volta diventerò essenziale, come un olio profumato, praticamente una cura. Ci sarà spazio nelle mie librerie che occupano già tutte le pareti della casa, passerà l'aria sotto il mio letto, che dice Carla che per le energie è tutto un altro andazzo. Proprio così.

Proverò a farcela prima dei 93 anni.



Nel buio e nel tempo




Un poeta ha guardato diverso
nel buio e nel tempo
scomposto la sequenza
dei suoi battiti di ciglia uguali
Sei poeta che ritorna
quando parte, e quando
parti lanci un filo all'orizzonte.

(a Giuseppe De Venuto)