domenica 14 novembre 2010

Lasciar andare


Mi sono abituata a trovare le connessioni per decidere che va cambiata la leggerezza, o la pesantezza, oppure tutte e due, e non si può credere nei sogni di quando si era piccoli perché è passata l’infanzia del sognare, il solco è tracciato, tutto si cambia ma non si può fare finta di non aver vissuto.
Non ci si può fare il problema dell’esser dimenticati o del dimenticare, bisognerebbe non dimenticare chi si è e cosa si vive assieme agli altri. Ricordarsi di sé al centro della questione spiana i dolori, come la fame; diventa primario non restare appesi alle illusioni. Tutto passa, tutto. Saremo noi a decidere cosa è stato importante e cosa è meglio lasciar andare.

martedì 2 novembre 2010

Dolersene


Per quanto si possa non dolersene
me ne dolgo
pure se altrove fischietto,
canto e rido.

Per quanto si possa dolersene
sforzo le marce al piacere
che si porti tutti
all'inferno.

Tempo di valigie, lo insegnava
Mary Poppins.

Tempo di smontare, montare,
rismontare, rimontare.
Sforzo il pulsare nelle vene
che monta, monta,
smonta pensili e armadi.

Preparare altre cene,
sgonfiare il cuore
che esplode e non deve.

Non c'è che la tua solitudine
in questa piazza troppo abitata.
Incontro l'assenza
il grido un morso allo stomaco
preda d'umori.

Un carico di mele marce nella mia stiva
e l'inverno alle porte.