sabato 1 marzo 2014

E' ufficiale, Francesca Bertini è morta

E' ufficiale, Francesca Bertini è morta. Non si attacca più alle tende neppure se la provocano. Perciò dev'esser morta per forza.
Peraltro non l'aveva strozzata la balia, segno che le tende non hanno mai ceduto né in avanti, né indietro. E tutto questo fritto misto in realtà è solo la pastella, senza ripieno. Ma ci sarà poi, questo ripieno? O era la pastella a presentarsi per tutti e due?

Chi lo sa. La morta non se ne cura, è smemorata.

Perciò ora posso liberarmi della sua generazione, che mi ottura la casa con i suoi orpelli. Ognuno una storia che non dimentico nemmeno se li butto, perciò possono andarsene il carrellodeminonna/il mobilino deminonno/le collezioni farlocche delpapi. Quella teoria di tovaglie buone da tramandare ai posteri altri cinquant'anni. Pochi soprammobili atroci di mia nonna, ultime vestigia di quella saga del kitsch che era la sua casa. Andate liberi e leggeri, disincagliatemi la chiglia. Andate, voi e gli anni Quaranta dei quali mi libero, voglio stare nel presente e nel futuro,  non nel passato appresso a questa paccottiglia.

Poi c'è tutto quello che ho tenuto per ricordare momenti che ho dimenticato. Biglietti di treni per destinazioni memorabili, però di tutti i i viaggi che ricordo non ho tenuto alcun biglietto; foto di persone di cui non mi torna in mente neanche il nome. Una totale sconfitta della memoria, oblio-memoria 4 a 0.

Poi ci sono le carte. Quintali di carte, di tutti i generi, a volte perfino con le buste spillate dietro come all'ufficioprotocollo/archeologiaamministrativa, carte su carte, ma quanto si tengono queste cazzo di carte? dieci anni? Quando ti ricapitano in mano, scopri sempre una falla inquietante nella tua economia, dalla cartella di disequitalia abbandonata sotto una pila di altro, in ordine sparso, a qualche prova di tue spese dementi, delle quali però alla fine riesci sempre a trovare un senso, dall'inseguimento di sogni alla consolazione parziale di una perdita.  Perciò alla differenziata le bollette pagate nel 2005 piaceranno più che ai miei raccogli-burocrazia.

Poi ci sono i ninnoli, la bigiotteria, le scarpe, tutti gli altri accumuli favoriti, tutto quello che ho ammucchiato perché era un peccato buttarlo o perché la forma o il colore mi mettevano di buon umore.

Un passo alla volta diventerò essenziale, come un olio profumato, praticamente una cura. Ci sarà spazio nelle mie librerie che occupano già tutte le pareti della casa, passerà l'aria sotto il mio letto, che dice Carla che per le energie è tutto un altro andazzo. Proprio così.

Proverò a farcela prima dei 93 anni.



Nessun commento:

Posta un commento