venerdì 7 ottobre 2011

colpi di tastiera



Ologrammi
trasmette gente sola
proietta di sé si crede rete
e non infinita miriade di specchio.

mi ritrovo a cercare
guardare con senso d'affezione
eppure ho cancellato
insostenibile l'andazzo
ore e ore di sputacchio
in faccia a tutti un po' di briciole
e tutti giù per terra
a parte
qualche umano difficile.

altro serva a una rete
che salvi la caduta
e t'inseguo, attraverso il deserto.
restiamo umani cerchiamo mani
calore nel tempo
alla fine si sbotta si chiede
si lascia la partita

secoli fa un tempo di gioco
quel poco giocare non divertente
intrattenersi con altri
che provano noia la lanciano in viso
secoli fa, eppure ho giocato.

click click piccolo potere
di andare o di stare
umani che cercano voci umane
non specchi ologrammi proiezioni
sputacchi noie e cotillons
veloci come le saette
precoci eiaculatori di visioni
gragnuola di colpi di tastiera.

(cerco la penna sul fondo della borsa
cerco il quaderno subito dopo).

lunedì 11 luglio 2011

Tante belle parole


Tante belle parole
tutte lisce carezzevoli cullanti.
Forma e sostanza:
salata montagna di fatica,
questo ho trovato.
Salata e senza slancio,
a caso sparata al mondo
al normale tran tran
mercoledì
giovedì
quando sei in comodo
casomai non sopravvenga
altra priorità.

Ostinazione, come
il mio giardinaggio sul davanzale:
rinunciai pure al balcone.

sabato 14 maggio 2011

Settanta


Settanta. Sono gli anni che avresti oggi, se tu ci fossi. Ho indossato le tue perle, ma anche senza sei con me comunque; sono contenta di averti incontrato e scelto, nonostante tutto. Mi piace guardare il mondo dal tuo lato senza cedere un minuto a questo vuoto che l'Italia ci riserva, a questo brutto che avanza da decenni attorno, e non abbiamo impedito, a volte, nemmeno nelle nostre case: e tu ne sai qualcosa. E' il difetto di chi è libertario, è il difetto di fabbricazione che ci hai trasmesso e che ogni giorno onoro. Mi hai insegnato la libertà e il coraggio, e non è poca cosa: è ciò per cui mi alzo ogni mattina, è quello che insegno alle mie figlie. Alle volte ci siamo detti d'essere un po' fave, di averlo imparato da te, principe in quest'arte: ma, come dice la mia amica Annarosa, le fave sono quelli che mancano di rispetto, non quelli che sul rispetto basano la propria vita. Hasta siempre, Memmo!