venerdì 30 aprile 2010

Che vita è senza musica?

Ascolto Jeff Buckley e penso agli orchestrali di tutta Italia che si sono visti grattare via fette di stipendio: un "privilegio", "uno spreco, ma che è lavorare, quello?" dicevano tanti, tutti quelli che si riempiono la bocca con lo spreco di denaro pubblico e che adesso gongolano nel giudicare "di qualità" o meno intere orchestre.

Penso a donne e uomini che hanno messo anima e passione nel loro lavoro - senza le quali la musica è fredda e inutile, una sterile sequenza di suoni - con gli stipendi risicati dalle cattive gestioni di amministratori incauti e strapagati.

Ma che paese sei, Italia, che ti fai governare da gente che prima rapina e poi fa pagare te in qualunque maniera?

E penso alla MUSICA, vorrei che potesse venire qua di persona, difendere la propria esistenza.

Musica, musica, musica, musica, musica, che ingiusto il mondo con te, ti dovresti ribellare, sparire tutta, in tutt'Italia, magari per un giorno lasciarci tutti nel silenzio.

Accendi la radio: muta.
Accendi lo stereo: il cd non gira.
Prendi uno strumento: non suona.
Provi a canticchiare: non esce la voce.

Quelli che avevano la voce flautata si ritrovano all'improvviso una voce piatta, un po' afona.

senza musica non si può neanche ballare, tenere il tempo con il piede, sentire una canzone nella testa.

Che ci venga a tutti sete, MUSICA!

mercoledì 21 aprile 2010

presidenti di Fondazioni

Oggi ho scoperto una cosa importante: anche i presidenti di Fondazioni si svegliano male, a volte.

Mi si passi il presidente minuscolo, tanto è maiuscola la Fondazione, che anche solo come metafora non fa una piega.

E che fanno, questi poveri presidenti di Fondazioni svegliati male, che fanno mentre pisciano il cane?
Se la pigliano con i ciclisti.

Brutti ciclistacci fiorentini, volete smetterla di pedalare sui marciapiedi? vi buttate una volta tanto fra le macchine e i motorini? Da bravi! Usate le piste ciclabili (e ce ne sono, parola di presidente di Fondazione). Ma che fate, andate pure contromano? Prendete le corsie dei bus: apposta per rallentarli! Usate i marciapiedi: per attentare agli attoniti pedoni!
Ma ciclistacci, ce l'avete un cuore?

lunedì 19 aprile 2010

Rivelazioni


Camminavo per Genova in preda ad astratti furori e ispirazioni quando ho incontrato

contro
l'alienazione

gioia e

insurrezione



una scritta meravigliosa in piazza Campetto, vale la pena di passarci apposta: è ispiratrice.
Brutta l'alienazione di questi giorni che ci mangiano passando e non ti puoi più non ribellare, è altro il tempo, è il tuo: perciò gioia, e insurrezione! "prender l'armi contro un mare di triboli e combattendo disperderli", ma non senza gioia.

Pettirossi ghiacciati

Ti smonto un pezzo per volta,

che non resti nulla di queste bricioline

buone per i pettirossi.

Sarà fuga all'ombra della nube islandese.

Scrivo epitaffi lunari per scordare i baci.


Destino di sognatori avuto in sorte casomai

come piovesse,

idiota spada nel corazòn, raccolgo

potente ghiaccio, brucio sterpaglia e germogli.

domenica 11 aprile 2010

Saggezze


"Quando non può più lottare contro il vento e il mare per seguire la sua rotta, il veliero ha due possibilità: l'andatura di cappa (il fiocco a collo e la barra sottovento) che lo fa andare alla deriva, e la fuga davanti alla tempesta con il mare in poppa e un minimo di tela. La fuga è spesso, quando si è lontani dalla costa, il solo modo di salvare barca ed equipaggio. E in più permette di scoprire rive sconosciute che spuntano all'orizzonte delle acque tornate calme". (Henri Laborit, Elogio della fuga)

sabato 10 aprile 2010

Sostiene Cacucci

..che le radici sono importanti ma non siamo alberi, abbiamo le gambe e sono fatte per camminare e andare altrove.

Per radicare, poi, bisognerebbe avere terra.

Radice o terra sono le parole che ti crescono, i gesti che ti danno forma, i libri che ami leggere, le poesie che ti accompagnano.

Terra di uomini: perché ci sono uomini e no, e i non uomini ora sono tanti; perciò tocca rivoltarla e concimarla la terra degli uomini, toglierle la sete, condividere.

Pietro Ingrao in un'intervista sul Manifesto del 30 marzo a un certo punto dice: " se parliamo di fare il possibile, sono capaci tutti. Il compito della politica è pensare l'impossibile. Solo se pensi l'impossibile hai la misura di quello che puoi cambiare."
(http://www.spazioamico.it/cultura%205.htm)

I politici nostri devono aver capito male: loro pensano l'incredibile. E siccome pensano l'incredibile, ci danno la misura dei danni che vanno facendo.